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NOTE CRITICHE
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Luca Marianaccio
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Carmelo Monteforte - Il tocco della legerezza 

Olio su telaSe si volesse definire con un’immagine la pittura di Carmelo Monteforte basterebbe un semplice tubetto di colore nero, acquistato durante gli anni di studio, chiuso con estrema cura e mai utilizzato. “La pittura” diceva Carmelo Monteforte “è colore!” E, sicuramente,  l’evoluzione infinita nell’utilizzo del colore è la cifra stilistica costante e prevalente di questo artista. I colori, talvolta violenti, come egli stesso amava ripetere, lo hanno accompagnato durante l’età giovanile per tendere nell’età più matura ad assumere tonalità più serene, più riappacificanti.

La sua pittura non è mai stata vittima di sperimentazioni avanguardistiche, né tantomeno, pur riprendendo ambienti e paesaggi del territorio, è rimasta imbrigliata nel “localismo” rassicurante.  Al contrario, ha saputo esprimersi  attraverso un linguaggio personalissimo ed essenziale, nello stesso tempo vitale e complesso. I suoi paesaggi, le sue nature morte, benché oggettive e carnose, sono avvolte da un’aura di placido tormento che emerge soprattutto nelle sculture: un universo prevalentemente femminile, popolato di figure altere con lo sguardo rivolto verso un vago ed incerto futuro che, soltanto nelle maternità, indulge alla tenerezza.

In estrema sintesi, l’intera produzione artistica di Carmelo Monteforte non è una produzione di maniera, come l’”abito della festa”, tirato fuori per le grandi occasioni, ma è un vestito leggero che profuma di fresco in ogni situazione.  Mai scontato, il suo linguaggio espressivo si  è rivelato nel tempo sempre capace di sorprendere, incoerentemente coerente con la personalità dell’artista. Vincenza Monteforte