Pagina 5 di 9 Domencio GALEONE - VENITE ... adoremus! I presepi in maiolica del Maestro Domenico GALEONE La stella e Giuseppe, l’asino e il bue, i magi e i pastori, la Madre e il Figlio: la scena del cosiddetto presepio è uno dei soggetti più antichi nella storia dell’arte cristiana. La retrospettiva delle opere presentate nel corso degli anni dal Maestro, Domenico Galeone, già docente di progettazione ceramica presso l’Istituto d’Arte di Grottaglie, nell’ambito della rassegna annuale “Mostra del Presepe” organizzata dall’amministrazione comunale, intitolata “VENITE….adoremus! I presepi in maiolica del Maestro Domenico Galeone”, tenutasi alla galleria “Vincenza” di Grottaglie dal 7 dicembre 2013 all’8 gennaio 2014 è stata l’occasione per presentare al pubblico un “artista completo”, che ha saputo trarre dal proprio vissuto umano e professionale la forza di un linguaggio espressivo fatto di ricerca, tecnica decorativa e reinterpretazione della tradizione. La mostra ha proposto un piccolo excursus del percorso personale ed artistico dell’autore, attraverso la presentazione di alcuni presepi in maiolica, realizzati con tecniche diverse, nel periodo che va dal 2008 al 2012. Si tratta di piccoli gruppi scultorei, di varia dimensione, riproducenti anche con un’iconografia inconsueta ed “irrituale”, momenti della natività. L’opera principale, “Venite … adoremus!” è costituita dal presepe presentato in parte (le figure dei Magi) nel 2011 alla mostra concorso organizzata dall’amministrazione comunale. Si compone di 5 soggetti: la Vergine distesa, Giuseppe che stringe il Bambino tra le mani, alzandolo al cielo, quasi compiaciuto del Dio che si è fatto uomo, i Magi che procedono verso il Bambino con espressione regale, e di alcuni elementi in maiolica a costituire il fondale. L’iconografia proposta pone l’accento sull’aspetto umano del parto: la Vergine distesa, nella tradizionale postura delle puerpere, riprende quasi le rappresentazioni delle origini; Giuseppe, colmo di felicità incarna la gioia che nasce nel cuore dell’uomo per quel Bambino, Dio in terra, che si manifesta inerme e infante, vicino a ogni uomo. La tecnica scultorea utilizzata e la dinamicità dei gesti della coppia centrale, Giuseppe e il Bambino, rendono i personaggi “vicini” a chi guarda: lo spettatore è coinvolto nella scena, non può rimanere indifferente. Ma è, soprattutto, la tecnica decorativa utilizzata, di assoluto rigore stilistico, persino nella ricerca e nel dettaglio dei particolari, come la tunica di Giuseppe o le vesti regali dei magi, frutto di un’accurata ricerca storica, che fanno di quest’opera non un semplice presepio, ma una natività che potrebbe trovare collocazione in un ambito monumentale, pubblico o religioso. La seconda opera, proposta nel 2009, e intitolata “Linea di Confine” è un gruppo di dimensioni più piccole, composto da statuine ed elementi in maiolica di assoluta originalità. I personaggi della Vergine, di Giuseppe e del Bambino sono realizzati su basi in argilla che riprendono forme di contenitori del consumo di massa. Alle spalle si trovano tre mattonelle in maiolica, presentate in sequenza, quasi ad indirizzare lo spettatore ad un verso di lettura dell’opera. Alle spalle del tutto è posto un fondale, costituito da una piastra maiolicata più grande, collocata in una cornice di legno e finemente decorata con motivi orientali. Anche in quest’opera la qualità della decorazione è finissima e i personaggi assumono quasi le fattezze di icone orientali in tridimensionale, in un originalissimo intreccio tra antico e contemporaneo. L’ultima opera è quello più “recente”, parzialmente presentata nell’edizione del 2012, con il titolo “Grazie Maria”, si compone di due gruppi simmetrici separati da tre elementi in maiolica a rilievo, due semicircolari a costituire il paesaggio ed uno più grande circolare dove trova posto la rappresentazione della cometa e del firmamento. I due gruppi simmetrici ripropongono le posture e la dinamicità dei personaggi già proposti nell’opera principale del 2011 con la Vergine distesa e il Bambino tra le braccia di Giuseppe che lo innalza al cielo a ringraziamento. Anche se i soggetti sono monocromatici, la decorazione degli abiti di Giuseppe e della Vergine e resa a rilievo con motivi geometrici e la qualità della realizzazione scultorea rende assolutamente percepibili allo spettatore le emozioni. La Galleria “Vincenza” con questa iniziativa ha voluto presentare al pubblico un artista, a tutto tondo, che ha saputo fare della maiolica decorata, grazie ad un uso sapiente di progettazione e tecnologia, un mezzo di espressione artistica, portandola al di là del virtuosismo e andando oltre i canoni della tradizione ceramica grottagliese e, nel contempo, ha inteso dare un contributo all’arricchimento del panorama artistico e culturale della città, valorizzando un maestro, Domenico Galeone, che costituisce una risorsa preziosa da ri-scoprire e valorizzare anche per le future generazioni. Vai alla galleria delle immagini.
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